Centro Studi " Il Risveglio",  cultura,  politica,  società,  storia

ORA… TORNIAMO FRATELLI

 

Nella calma e nell’ordine si è svolta la votazione anche se in clima acceso di passione politica

 

Di 

Umberto Biancone

 

La prova politica più ardua del popolo italiano si è compiuta il 2 Giugno. Dopo venti anni di dittatura finalmente ha potuto esprimere veramente il proprio pensiero, nel segreto delle urne, su uomini, su programmi, su istituzioni. Sebben ancora si conoscono, mentre scriviamo, i risultati definitivi di tutta Italia, sia per la nomina a degli apparenti alla costituente sia per il referendum sulla questione istituzionale. Qualunque possa essere il risultato di questa duplice votazione di una cosa sola dobbiamo occuparci, una sola voce dobbiamo far sentire al popolo: dobbiamo veramente occuparci di Lavoro, di quel lavoro che unici e solo  potrà ridarci il benessere, potrà sanare le piaghe che nemici ed alleati hanno inferto sul corpo della patria; dobbiamo far sentire al popolo la parola di pace e di concordia: pace e concordia che potranno alimentare  e far prosperare il sentiero di ricostruzione.

Nei comizi che per quasi due mesi abbiamo seguito con interesse e con calore, abbiamo ascoltato gli oratori dei diversi, molti partiti, che ci hanno promesso tutto quanto era possibile promettere per il bene di tutti. Ora le parole debbono essere seguite dai fatti, il popolo ha bisogno di attuazioni pratiche che possano fargli affrontare e sognare la lunga e difficile via della ripresa.  “Vitam extendere factis”.  Ai fiumi di parole bisogna intessere la vita. Oggi in Italia si ha bisogno di un governo che informi la sua azione al principio fondamentale del governo di una famiglia, sia per l’ordine morale sia per l’ordine economico. Ci Auguriamo che dalle elezioni del 2 Giugno sorgano questi uomini di governo e che l’Italia , sotto la loro guida, possa riprendere il suo cammino in tutti i campi. Ci auguriamo che questi uomini nuovi siano idonei, nella loro fermezza, a trarre il popolo italiano dall’attuale stato di decadenza e ricondurlo sul dignitoso piano della operante realtà; uomini che sappiano risolvere i difficili problemi dell’ora presente e preparare i nuovi destini della Patria travagliata, martoriata, mutilata; uomini che sappiano osare le vie nuove della grandezza e della prosperità nazionale, e sappiano dare agli italiani la gioia della libertà riconquistata del sacrificio e nel dolore.

Ma questi uomini debbono essere assecondati dagli sforzi di tutti gli Italiani, degni di tal nome, uniti in un patto di concordia e di amore. Debbono pertanto cessare le divisioni, gli odi, i rancori;  debbono gli italiani rieducarsi alla vita democratica che ha per imperativo supremo il rispetto delle altrui opinioni; debbono riprendere in mano i codici degli antichi, che la tradizione e la storia di tutti i movimenti spirituali da generazione a generazione: ” Non fare agli altri ciò che vorresti non fosse fatto a te stesso”.

e torniamo Fratelli.

Per l’Italia, per noi stessi, per i figli nostri.

 

Teramo, mercoledì 5 giugno 1946

 

 

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