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LA CERIMONIA DI INTITOLAZIONE DI VIA UMBERTO BIANCONE

 

Si è svolta ieri pomeriggio la cerimonia di intitolazione di Via Umberto Biancone (fondatore del decadici “IL RISVEGLIO” avvocato – editore- giornalista – Antifascista), nel quartiere San Berardo di Teramo, alla presenza del Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, del Presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo, del presidente del consiglio comunale Alberto Melarangelo e dell’assessore alla toponomastica del comune di teramo Pina Ciammariconi. Presenti anche rappresentanti locali e provinciali dell’A.N.P.I. e le autorità civili e militari.

clicca qui per il video dei saluti istituzionali.   (fonte Ekuonews)

 

 

 

 

 

IL MOMENTO DELLA SCOPERTURA DELLA VIA PER MANO DEL SINDACO DI TERAMO GIANGUIDO D’ALBERTO E DI ITALIA BIANCONE , NIPOTE DI UMBERTO BIANCONE, SULLE NOTE DELLA “LEGGENDA DEL PIAVE”

 

Riportiamo anche il discorso integrale del M° Andrea Castagna, Presidente del Centro Studi “Il Risveglio” e pronipote di Umberto Biancone.
Ill.mo Sig. Sindaco,
Ill.mo Presidente del consiglio comunale,
Ill.mi rappresentanti delle istituzioni,
non con poca emozione oggi assolvo il gradito compito di rivolgere il saluto per la cerimonia di intitolazione di questa via.
Un duplice sentimento mi avvolge, infatti, perché svolgo tale funzione nella veste di Presidente del Centro Studi “Il Risveglio” e di discendente, in rappresentanza della famiglia, dell’oggi celebrato Umberto Biancone.
In primo luogo, desidero rivolgere un sentito ringraziamento all’amministrazione comunale che, già dalla precedente legislatura, ha lavorato per questo alto riconoscimento della città nei confronti di una figura protagonista della vita della nostra comunità. Un sentito ringraziamento, quindi, a nome del centro studi e della famiglia Biancone – Castagna è rivolto al Sindaco Gianguido D’Alberto, ad Alberto Melarangelo, che ha fortemente caldeggiato questo
riconoscimento, all’ex assessore Martina Maranella e, infine alla sensibilità dell’assessore Pina Ciammariconi che, con cura, ha raccolto il testimone di questo iter e lo ha condotto sino al termine.
Quella che oggi testimoniamo non è, e non vuole essere, una esaltazione di vanità bensì la definitiva legittimazione di una figura che, con impegno, ha saputo raccontare e trasferire, alla comunità di riferimento, i valori etici e morali che l’onda risorgimentale portava con sé. Nasce così, nel 1914, la rivista “Il Risveglio”, fondata e diretta appunto da Umberto Biancone. Di stampo marcatamente socialista – risorgimentale – laico, il periodico decadico, senza indugio alcuno, si caratterizzò presto come giornale di comunità. L’attenzione rivolta alle realtà abruzzesi ed alle loro problematiche con report costanti: dalla montagna più impervia sino alla vecchia Castellammare, oggi Pescara.
In sottofondo, nella lettura delle pagine de “Il Risveglio”, il costante anelito dell’alto senso d’amor Patrio, inteso come insieme di ferventi valori risorgimentali, di lunga scia illuministica, forgiati dalle gesta e dalle opere di Giuseppe Mazzini e di tutti coloro che hanno reso possibile, attraverso le lotte di libertà ed indipendenza, che Italia non fosse solo un nome proprio ma una visione, un sentimento, un’essenza.
Per questo lo stesso Biancone volle che la nipote, mia madre, portasse il nome dell’amata Italia.
Negli anni duri del primo conflitto mondiale, il Biancone “s’era speso – per citare lo storico Sandro Galantini – con generosità nell’Ufficio per le notizie alle famiglie dei richiamati sorto in seno al Comitato di Preparazione Civile di Teramo presieduto da Luigi Paris, amico e storico sindaco di Teramo”.Conseguita la laurea in giurisprudenza nel 1921, sia per l’attività editoriale che per il crescente impegno civico, divenne un importante megafono delle vicende, delle
battaglie politiche, in particolare a sostegno dell’onorevole socialista Guido Celli e, localmente, dell’avv. Di Girolamo e dell’avv. Cipollone.
In questi anni, permeati di socialismo- laico – riformista, si annoverano numerose campagne politico-sociali portate avanti dal Biancone.
Desidero ricordarne una in particolare: il progetto di costruzione della ferrovia Roma – Teramo via L’Aquila. Una visione su cui l’intera comunità provinciale si strinse e di cui oggi, dopo un secolo, si torna finalmente a dibattere. Un’infrastruttura che avrebbe portato nuova linfa al nostro territorio e che, quasi al traguardo, sfumò a causa di un improvviso mancato “peso specifico” parlamentare.
Negli anni a seguire, quando le buie nubi del fascismo stavano scurendo i nostri cieli “Biancone, – scrive ancora Galantini – pur avendo subito un’aggressione da parte di Nino Nanni, direttore del “Solco”, organo locale del Fascismo, (Attentato che non ebbe esiti drammatici solo perché Carlo Alberto Cimato, gerarca fascista ed amico personale del Biancone, fece da scudo alla pallottola), e nonostante il montante clima di intimidazione, comunque non aveva fatto mancare la sua adesione all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, la cui sezione teramana era stata costituita il 30 aprile 1925. Ma la sua indocilità politica, e l’appartenenza, come figura di spicco, alla Massoneria, sostanzialmente messa fuori legge nel maggio seguente, ne determineranno l’arresto, sebbene con una reclusione di breve durata, cui seguirà la chiusura nel 1926 de “Il Risveglio”.
Chiare e determinate posizioni antifasciste che ebbero anche come conseguenza il vile attentato alla tipografia in cui veniva stampata la rivista. Dopo aver ricoperto importanti incarichi al Ruzzo ed alla camera di commercio teramana, in qualità di rappresentante della Democrazia del Lavoro,

Umberto Biancone

Biancone entrava a far parte del primo Comitato Provinciale di Liberazione provvisorio insediatosi il 14 giugno 1944. Consigliere, quindi,nell’amministrazione provinciale presieduta da Vito Caravelli, egli tornava a misurarsi con l’attività giornalistica. Nel 1945, – continua Galantini- echeggiando in parte la testata che aveva visto la luce trentuno anni prima, compariva infatti nelle edicole “Il Risveglio Abruzzese”, periodico d’appoggio al Partito Democratico del Lavoro con sede e redazione a Teramo in via dei Mille 25, nello studio dello stesso Biancone, il quale scontatamente ne assumeva la direzione”.

Aggiungo, coerentemente con il motto riportato sotto l’intestazione del giornale: Frangar non flectar.
Ad ogni modo, la scia dei soprusi subiti durante il regime comportò un atteggiamento successivo molto prudente della famiglia rispetto alla politica ed all’impegno civile. Dopo la Scomparsa del Biancone nei primi anni’60, quasi sommessamente in famiglia si raccontava il valore e la portata culturale del nonno Umberto.
Oggi, quindi, Teramo, nelle sue più alte rappresentanze, riconosce, con questa dedica, lo spessore della figura storica di Umberto Biancone; sottolineo anche l’importanza che l’intitolazione avvenga in uno dei quartieri nuovi, ed in continuo sviluppo. È una scelta significativa, utile a costruire il nodo d’amore che lega e fortifica la città in nome della propria storia. Il senso d’appartenenza di una comunità nasce sulle solide fondamenta della conoscenza del passato e degli uomini che lo hanno animato.

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